Come collassano le società? I dati per fare modelli generali
Se vogliamo capire come le società collassano e si riprendono ci servono dati storici per confrontarle e fare modelli. Ecco come ho raccolto e annotato i dati del Chronos dataset.
1. Innanzitutto: cos’è una società?
La sfida più grande, quando si devono fare modelli generali sull’evoluzione sociale in ogni epoca, è riuscire a rendere confrontabili i dati di società esistite in periodi molto lontani nel tempo e nello spazio. Sono enormi le differenze tra la cultura Natufiana della Galilea preistorica (circa 13000 - 9500 a.C.) e il Regno d’Italia (1861 - 1946). Così sono partito con il chiedermi “Cos’è una società“. Turchin definisce le unità minime della storia come “polities”, ovvero aggregati di persone che possono sfruttare le risorse di un territorio gestendole con una qualche forma anche minima di cultura e di governo, che muta nel tempo. Userò società come sinonimo di polity, ma voglio introdurre anche una definizione chiara di civiltà come matrice e filo conduttore dello sviluppo delle società. Le civiltà sono l’accumulo delle culture che si evolvono nel tempo in un territorio, società dopo società, all'interno dei cicli storici. Per fare un esempio di civiltà possiamo prendere quella cinese, che ha visto susseguirsi diverse società governate da dinastie, come gli Shang, gli Zhou, i Tang, i Ming e così via. Allo stesso modo la civiltà Italica ha visto susseguirsi ad esempio le società romana, quella papale e il regno di Italia. L’evoluzione storica delle civiltà può essere spezzata se queste vengono conquistate da civiltà straniere, ad esempio la civiltà cinese è stata conquistata dalla civiltà mongola per un periodo, così come la civiltà italica ha conquistato molte altre civiltà con la società romana ed è stata a sua volta conquistata dalla civiltà germanica con la società degli Ostrogoti. Non potevo però raccogliere dati su tutte le società esistite. Dovevo ridurre il campo con dei punti di campionamento, nel tempo e nello spazio.
2. Punti di campionamento
Sono partito dai dati del progetto Seshat, che sono stati già raccolti e validati da esperti, ma ho subito capito che c’erano diversi problemi. Per prima cosa erano state campionate società ogni 100 anni e i dati finivano al massimo nel 1900. Mancava quindi la parte contemporanea, la cui evoluzione è stata così veloce rispetto al passato che un campionamento ogni 100 anni non era sufficiente. Avrei dovuto fare un campionamento procedendo a passi di 10 anni e integrando dei dati con Wikipedia. Il problema è che ci avrei messo troppo tempo. Ho dunque scelto dei punti di campionamento geografici per rendere il lavoro fattibile in tempi ragionevoli. Li trovate nella figura sottostante:
Ho annotato tutti i dati disponibili per le società passate in quei punti di campionamento nel tempo e ho ottenuto complessivamente 366 società da mettere a confronto.
Aperta parentesi:
è un dataset che sto già utilizzando per articoli scientifici, se vuoi collaborare scrivi a fabio.celli.phd@gmail.com, oppure:
chiusa parentesi
3. Interpolazione
Se ci pensiamo bene ci sono delle caratteristiche con cui tutte le società, culture, regni o imperi di tutti i tempi devono fare i conti. La grandezza della loro popolazione, del territorio, il livello di avanzamento nella gestione dell’economia, delle tecnologie o delle tattiche di guerra. Un primo grande problema era la formattazione dei dati. Da una parte c’erano i dati mancanti, dall’altra c’erano dati espressi in maniera poco uniforme. Ci sono cose che non sappiamo sulle società passate semplicemente perché non lasciano tracce. Non sappiamo con esattezza quale fosse la religione nella società neolitica di Çatalhöyük. Possiamo fare delle supposizioni, ma difficilmente possiamo testarle.
Mi serviva un modo per interpolare i dati, ovvero riempire i vuoti con delle generalizzazioni abbastanza di alto livello per essere valide e abbastanza informative per essere utili. Ad esempio ho usato un’interpolazione esponenziale per riempire i dati mancanti della crescita o decrescita delle popolazioni, e fin qui il gioco era facile perché il dato sulla grandezza della popolazione è numerico. Il vero problema era sui dati archeologici di tipo categorico, come ad esempio la presenza o meno di mura difensive in una determinata società.
Ho fatto diversi esperimenti per capire quale potesse essere il modo ottimale per esprimere le dimensioni categoriche e analizzarle con tecniche statistiche. Ho trovato che il modo migliore era fare delle scale (numeriche) con i dati categoriali ordinati, così da renderle facilmente interpretabili. Dove era possibile ho cercato di ordinare queste dimensioni temporalmente, in modo da evitare di proiettare sul passato le categorie dell’attualità e far emergere eventuali linee evolutive tra i dati categoriali. Ad esempio in questo modo è possibile codificare il fatto che la lavorazione del rame arriva prima di quella del bronzo. Così è stato possibile anche avere un’interpolazione lineare dei dati mancanti sulle linee evolutive delle categorie, ottenendo ad esempio che la religione della società di Çatalhöyük inizia nella categoria dei culti degli antenati e evolve verso la categoria dei culti della fertilità. Certo, restiamo sempre senza sapere esattamente che religione fosse, ma possiamo ragionevolmente collocarla in relazione all’evoluzione delle categorie osservata nelle altre società. Lo vedremo in dettaglio in un post specifico più avanti, quando parlerò dell’evoluzione delle religioni.
4. Caratteristiche universali
Alla fine mi sono ritrovato con una grande tabella in cui le righe (quasi 10000) sono i decenni storici e le colonne (diverse decine) sono le caratteristiche universali (ovvero trasversali) delle società.
Dall’elaborazione dei dati emergono due tipi di caratteristiche universali che sono alla base della possibilità di fare modelli delle società: gli “universali evolutivi”, che sono sempre ordinabili temporalmente, e gli “universali adattivi“, che non sempre possono essere ordinati temporalmente. Vediamoli.
Gli universali evolutivi sono dimensioni che, una volta adottata una modifica, non tornano più indietro. Nessuna società che abbia adottato armi di bronzo si è mai potuta permettere di abbandonarle per tornare alle armi di pietra, così come nessuna società ha mai abbandonato i mezzi di comunicazione di massa per tornare a usare il telegrafo. Questi universali presentano dei vantaggi competitivi tali che la loro rinuncia comporterebbe una grossa vulnerabilità per la società. Tra queste ci sono le evoluzioni di:
fonti di energia (muscoli, biomasse, trazione animale, vento, elettricità ecc..),
infrastrutture (cave, case comuni, sistemi di produzione, mercati, porti, ecc),
tecnologie (pietra, rame, bronzo, ferro, polvere da sparo, nucleare ecc..),
tattiche di guerra (attacchi a distanza, cavalli e carri, macchine da assedio, ecc),
macro tipologie di religione (culto dei morti, della famiglia, della fertilità, ecc..),
sistemi economici (baratto, pesi, conio, moneta fiat, mercato azionario ecc..),
mezzi di comunicazione (corrieri, sistema postale, telegrafo, radio-tv, ecc.. ),
gestione dell’informazione (oralità, simbolismo, scrittura, storie, opinioni ecc..),
tecniche di agricoltura (debbio, maggese, rotazione, fertilizzazione, ogm ecc..).
Se l'andamento degli universali evolutivi nel tempo è lineare o esponenziale, quello degli universali adattivi è tendenzialmente stocastico, ovvero ondivago nel tempo. Queste dimensioni adattive possono presentarsi, sparire e poi ricomparire, magari in forme più evolute. Questo perché gli universali adattivi sono quelli più connessi alle funzioni di adattamento delle società, ovvero al processo di tentativi ed errori che è alla base dell’ evoluzione stessa. Ho individuato in questa categoria
il grado di centralizzazione dell’autorità (decentralizzata, centralizzata, ecc..),
tipo di sistema politico (verticistico, misto, paritario ecc..),
tipologia di élite al potere (militocrazia, ierocrazia, plutocrazia)
tipologia di popolazione più produttiva (primario, secondario, terziario, ecc..)
tipologia dei sistemi di welfare (patronaggio, comunità, sovrano, stato ecc..)
tipo di spinta al cambiamento (disastro, violenza, crisi economica, ideologie ecc..)
tipo di cambiamento (rovesciamento di élite, emigrazione di popolazione ecc..).
fasi del ciclo storico (crescita, impoverimento, sovrapproduzione di élite, ecc..).
Ci sono poi degli universali adattivi numerici:
scala sociale (popolazione, territorio, città),
livelli gerarchici (territoriali, amministrativi, militari)
numero di istituzioni (legali, religiose, culturali)
Guardando l’evolvere e l’interagire di queste dimensioni nella storia vengono fuori modelli estremamente interessanti. Per prima cosa ho provato a fare delle statistiche su come collassano le società in generale. Vedremo i risultati il prossimo lunedì (e sarà solo l’inizio perché nei post successivi approfondirò tutte le dimensioni, sia quelle adattive sia quelle evolutive).