Navi e assedi. Come i poveri hanno vinto sui ricchi
Il grande cambiamento geopolitico dell'età del ferro.
1. Il ritorno delle tattiche di guerra
Nei post precedenti abbiamo visto l’evoluzione delle dimensioni universali delle società legate alla guerra. Nell’età della pietra, quando le tecnologie sono più o meno le stesse per tutti, sono soprattutto le tattiche di guerra a dare vantaggi competitivi ad alcune società. Nelle età del rame e del bronzo invece è la capacità di approvvigionamento e lavorazione dei metalli che fa la differenza. Acquistano perciò importanza le rotte terrestri, attraverso cui viaggiano i metalli verso le grandi potenze (che hanno le competenze per lavorarli e gli eserciti per usarli come armi).
L’equilibrio geopolitico cambia però radicalmente al quarto livello evolutivo, all’inizio dell'età del ferro: i traffici si spostano sul mare e la guerra viene rivoluzionata da chi possiede navi e macchine da assedio. Le tattiche di guerra tornano a costituire un grande vantaggio competitivo.
Torniamo al grafico della diffusione dei livelli evolutivi di tattiche di guerra e tecnologie militari. L’introduzione di cavalli e carri in guerra si diffonde molto rapidamente e l’introduzione del ferro non basta a fornire un vantaggio competitivo consistente dal punto di vista militare. Grazie alla precedente introduzione di carri e cavalli negli eserciti, Ittiti ed Egizi erano militarmente fortissimi sulla terraferma, ma la maggior parte delle rotte commerciali si erano spostate ormai nel Mediterraneo ed erano di fatto controllate dai popoli navigatori (sea peoples): Fenici, Minoici e Shardani (civiltà nuragica). Questo cambiamento degli equilibri geopolitici, unito all’indebolirsi delle grandi potenze, verso il 1180 a.C. porta alla violenta congiuntura storica nota come “collasso dell’età del bronzo”. Questi popoli navigatori, che iniziano a darsi alla pirateria, infine attaccano militarmente le coste di Turchia e Egitto. Siamo nel periodo della guerra di Troia. La lega degli achei - Greci di cultura minoica - attacca Ilio, ricca città di cultura ittita protetta da enormi mura che proteggono grandi quantità di metalli.
2. Come i poveri vinsero sui ricchi
Possiamo immaginare una grande disparità di ricchezze tra le vecchie potenze terrestri e le emergenti potenze marittime. Nel libro sesto dell’Iliade c’è un episodio che mi ha sempre colpito molto e fa capire la disparità di ricchezza dei due schieramenti. Il testo recita:
Ma nel cambio dell’armi, a Glauco tolse
Giove lo senno. Aveale Glauco d’oro,
Dïomede di bronzo: eran di quelle
Cento tauri il valor, nove di queste.
Glauco è troiano, Diomede greco. I loro padri erano legati da un sacro vincolo di ospitalità, che la guerra non ha spezzato. Quando parleremo di religione vedremo quanto fosse forte il culto del lignaggio all’epoca, per cui il vincolo di amicizia dei padri doveva essere rispettato dai figli e imponeva ci fosse uno scambio rituale di armi tra i due, anziché uno scontro. Ma il troiano Glauco aveva armi molto più costose di Diomede. La Turchia aveva molte risorse nel sottosuolo, e Troia probabilmente aveva anche armi di ferro, che erano già presenti in Turchia dal 1300 a.C. circa. Eppure vinsero i Greci, perché il vero vantaggio competitivo a questo livello è nella tattica: Le navi, o meglio la competenza per costruirle. I greci erano in grado di esercitare il controllo sulle rotte commerciali marittime e battere in mare le grandi potenze dell’epoca. Con la guerra di Troia vincono anche sulle fortificazioni, usando il legno delle navi e il famoso stratagemma del cavallo. Qualunque cosa fosse il cavallo di Troia ha funzionato come una macchina da assedio, permettendo di far penetrare i soldati dentro le mura. Sono le competenze di ingegneria navale a fare la differenza: una società che sa progettare e costruire una nave da guerra molto probabilmente sa progettare e costruire anche una macchina da assedio. Nonostante le fortificazioni continueranno ad essere usate ancora per centinaia di anni, violarle diventa ora molto più facile. In generale le società più ricche cercano vantaggi competitivi con le tecnologie, mentre quelle più povere con le tattiche.
3. Basta muri. si combatte in mare, in tutto il mondo.
Anche dall’altra parte del mondo, in Cina, accade più o meno la stessa cosa: la violazione di una città fortificata pone fine al lunghissimo periodo degli stati combattenti. Nel 225 a.C. il generale Wang Ben devia il corso del fiume giallo e butta giù le mura della città di Daliang, nell’attuale prefettura di Kaifeng, con un’inondazione. Anche questa è, a livello funzionale, una macchina da assedio. La novità dell’età del ferro sono le battaglie navali, che si aggiungono agli assedi e alle battaglie campali, cambiando le carte in tavola degli assetti militari dell'epoca. La capacità di combattere in mare permette a società che fino a quel momento erano rimaste relativamente povere, ma avevano grandi competenze distribuite nella società, di vincere contro grandi imperi. Nel 480 a.C. i Greci vincono nella battaglia navale di Salamina, sconfiggendo l'impero Achemenide di Serse I, nonostante fossero in grande svantaggio numerico.
Roma, che grazie a quella vittoria si sviluppò come repubblica, e successivamente dovette imparare ad adattare le proprie strategie militari al mare per vincere le guerre puniche e strappare il controllo del Mediterraneo ai Cartaginesi. Verso il 260 a.C. Roma era più indietro rispetto a Cartagine in fatto di tecnologia navale. Eppure fu capace di evolvere più velocemente e costruire una flotta basandosi sulle triremi e quinqueremi cartaginesi catturate. Per compensare la mancanza di esperienza militare navale, Roma sviluppò il corvus, una tecnologia di abbordaggio che permetteva di speronare le navi nemiche e attaccare con le tattiche di combattimento terrestri in cui era maestra. I romani avevano ibridato navi e macchine da assedio. Sfruttando il loro vantaggio competitivo militare diventarono la potenza egemone nel mediterraneo e posero le basi per l'Impero.
4. La leva alla base della potenza romana
C’è un altro aspetto forse sottovalutato che ha determinato i successi militari delle città greche e della Roma repubblicana: la gestione del servizio di leva. Per quanto ne sappiamo, prima dello sviluppo delle poleis greche il servizio militare era svolto da cittadini volontari o da soldati professionisti pagati da re e imperatori. Nell’antica Grecia il dovere militare era invece direttamente collegato ai cittadini più ricchi, che potevano permettersi gli armamenti in assenza di una spesa pubblica per la difesa. Ma la ricchezza dell'aristocrazia greca era ereditaria. Invece Roma, pur avendo una forte struttura classista tra l'élite patrizia e il popolo plebeo, nel periodo repubblicano consolidò la struttura degli equites, plebei che intraprendevano la carriera militare. Gli equites, che ricevevano un cavallo dallo stato, erano sottoposti a ispezioni periodiche da parte dei censori, che avevano il potere di togliere loro il cavallo se non mostravano onore sul campo di battaglia. I Romani avevano aperto la possibilità di fare carriera attraverso l'esercito, mettendo in piedi un'efficace ascensore sociale e sfruttando la potenza della sovrapproduzione di élite. In questo modo i cittadini plebei più valorosi potevano arricchirsi ed erano estremamente motivati a dare il meglio in battaglia. Quelli inadatti semplicemente morivano e questo mitigava il malcontento sociale. Nonostante questo la sovrapproduzione di élite aveva comunque un effetto. Infatti verso il 180 a.C. Catone il censore lamentava la facilità con cui ai militari venivano dati onori e il progressivo abbandono della rigida etica dei padri fondatori (mos majorum).
5. Le guerre navali durano tantissimo
Guardando il grafico, si nota che le tattiche di guerra basate su navi e assedi durano fino al XIX secolo. Però dall’introduzione dell’acciaio le tecnologie tornano a diffondersi più velocemente delle tattiche di guerra. Questo perché una volta dominati i traffici marittimi, le società egemoni ricominciano a cercare vantaggi competitivi sulle tecnologie, dall’acciaio alla polvere da sparo, come vedremo il prossimo lunedì.