La storia con i dati: correlazione tra narrativa e guerra
La storia la scrive il vincitore, e fa immaginare mondi nuovi.
1. Narrativa e modelli comportamentali
Nell’evoluzione dei modelli di gestione dell’informazione, la narrativa di finzione appare, per quanto ne sappiamo, verso il 2100 a.C., quando si diffonde l’epopea di Gilgamesh nella società della terza dinastia di Ur. Questo avviene dopo quasi due millenni dall’introduzione della scrittura e dopo un millennio dalla diffusione dei testi religiosi/filosofici. Il livello della gestione dell’informazione tramite narrativa di finzione dura tantissimo, almeno tre millenni e mezzo, e consente di creare modelli comportamentali, che permettono alle culture di esercitarsi a immaginare il mondo diverso da come è, definendo al contempo degli ideali di vita.
2. Come l’élite sfrutta la narrativa
Le storie danno un grande vantaggio alle élite che sanno leggere. Mettere per iscritto ciò che prima era tramandato oralmente è un modo per fissare una conoscenza e conservarla. In questo modo le élite possono tornare a mettere le mani sulla gestione dell’informazione tramite il controllo dei testi. Eppure società con configurazioni diverse usano la narrativa in modi molto differenti. Nelle società verticistiche l’epica definisce il modello comportamentale degli eroi e dei malvagi. In quelle democratiche il teatro, tragico o satirico, definisce maschere più o meno stereotipate di persone o conflitti sociali, Nelle società miste la poesia definisce sensazioni che determinati tipi di persone provano in situazioni che tutti conoscono.
3. Perché c’è correlazione tra narrativa e tattiche di guerra
Eppure c’è una nota stonata. Il grafico mostra una chiara correlazione tra la diffusione del livello di information management della narrativa e le tattiche di guerra che parte dalla fine dell’età del bronzo e dura per tutta l’età del ferro.
Purtroppo, la correlazione non ci dice nulla sulle cause di questa diffusione parallela, che probabilmente sono tante. La mia ipotesi è che la narrativa di finzione abbia avuto un fortissimo ruolo nella scolarizzazione delle società. D’altra parte la disponibilità di supporti leggeri per la scrittura, nonché di una classe di letterati che copia e traduce i contenuti, rende l'élite capace di sfruttare i testi, sia per conoscere usi e costumi degli altri popoli, sia per proporre modelli comportamentali utili alla gestione della complessità sociale. Proprio a questo livello di gestione dell’informazione, diversi secoli dopo, appaiono le prime grandi biblioteche. La prima appare a Ninive intorno al 660 a.C. e poi quella di Alessandria nel 280 a.C. circa. Insomma, semplificando un po’, la diffusione delle conoscenze rende i popoli capaci di copiarsi a vicenda e la prima cosa che viene copiata sono le tattiche di guerra. Stiamo parlando di tecniche di costruzione delle navi, delle macchine da assedio e di manovre di battaglia, che abbiamo già visto in un precedente post.
4. Il caso giapponese
Gli effetti della scolarizzazione tramite testi di finzione iniziano in Giappone con l’importazione di testi poetici e trattati militari dalla Cina usati per la formazione dell’élite, ma evolvono e si vedono molto bene nel periodo Heian. A partire dal 909 d.C. in Giappone appaiono i primi romanzi di finzione (monogatari). Arrivando per primi a possedere questo strumento i Giapponesi acquistano un vantaggio competitivo sulle altre società nel gestire le gerarchie sociali. La narrativa e la marcata tradizione introspettiva della poesia hanno permesso ai Giapponesi di allenare l’empatia cogliendo le sfumature psicologiche degli altri al di sotto delle maschere, e di accettare meglio i ruoli che la società impone. Non è un caso che i manga siano nati lì: la fortissima pressione sociale rende necessaria la produzione di mezzi per gestirla, ovvero una grande varietà di storie per permettere a più persone possibili di trovare la propria strada per immedesimarsi in qualche risvolto del racconto collettivo e prendere parte alla società. Paradossalmente, la fine del periodo Heian coincide con una serie di cicli storici di instabilità e guerra civile. Ma mi fermo qui.
Nel prossimo post vedremo il livello successivo dell’informazione: la stampa e le notizie. A tra due lunedì.