Dai pirati all'inflazione
Dalla pirateria del Mediterraneo all'inflazione nell'impero romano
1. Dalla pirateria alla moneta
Eravamo rimasti con la nuova classe di super ricchi che si diffonde di pari passo con le bilance per tutta l’età del bronzo. Durante questo periodo i commerci si intensificano a tal punto da richiedere un’innovazione delle infrastrutture: i sistemi portuali. Fenici, Greci, Tirreni e in generale i popoli del mare (sea peoples) verso il 1100 a.C. creano veloci sistemi di approvvigionamento di beni via mare, che saranno la spina dorsale per il successivo impero romano. Come si vede nel grafico, i sistemi portuali si diffondono piuttosto in fretta tra il 1000 e il 600 a.C. circa, ma con essi molto probabilmente si diffonde anche la pirateria. Le testimonianze, come quella di Eforo di Cuma riportata da Strabone, ci riportano che i viaggi nel mar Mediterraneo erano molto rischiosi. I tiranni delle isole greche e della costa turca avevano quindi interesse a difendersi dagli assalti marittimi, ma la pirateria non si limitava a quello. Gli scambi avvenivano per mezzo di bilance e il rischio di essere fregati con dei pesi truccati era molto alto.
Per risolvere questo problema si passa al terzo livello dell’economia, iniziato in Turchia intorno al 600 a.C., ovvero conio e moneta. Il conio funziona come certificazione del materiale e del peso delle monete, che venivano appunto usati come pesi delle bilance. Il garante è il re che le fa coniare con il proprio stemma.
2. Chi ha inventato la moneta
Tutto inizia nel regno di Lidia, sulla costa occidentale turca. La Lidia aveva fiorenti commerci con alcune isole greche dell’Egeo, ma era in guerra con i Cimmeri, una popolazione nomade che proveniva dal mar Caspio. Molto probabilmente le invasioni avevano destabilizzato l’economia della Lidia e in circolazione c’erano pesi contraffatti che creavano sfiducia tra i mercanti. Dopo avere sconfitto i Cimmeri, re Aliatte II cercò di rilanciare l’economia. Per farlo standardizzò il peso delle monete (che doveva corrispondere a 168 chicchi di grano) e per produrle in serie usò il conio, una nuova tecnica basata su un’incudine in cui vi era l'effigie della testa di leone, simbolo della dinastia del re. In questo modo le monete avevano tutte la firma della famiglia reale, che ne certificava la conformità e il peso. Possiamo immaginare che i mercanti preferissero fare transazioni utilizzando le monete con l'effige del re piuttosto che metalli anonimi, che potevano avere un peso truccato. La nuova invenzione si diffonde velocemente in tutto l’Egeo, e ogni città-stato inizia a coniare le proprie monete. Nei secoli successivi praticamente tutte le grandi dinastie regnanti coniano monete con la propria effige, così finisce l’epoca della moneta unica e incomincia un’epoca di monete di stato, con tanto di cambio alle frontiere, che permetteva un maggiore controllo sull’economia locale.
3. Il lato oscuro della moneta: l’inflazione
Durante le crisi economiche però il metallo era scarso e c’era necessità di produrre ricchezza per far ripartire l’economia. Anche se nominalmente la purezza delle monete era certificata dai re e dagli imperatori, in realtà la moneta veniva svalutata nei periodi di maggiore crisi economica riducendo la quantità di metallo prezioso. Il caso della svalutazione del denario d’argento nel principato Romano, mostrato nella figura, è emblematico.
La fase del principato dura dalla fondazione dell’impero con Augusto nel 27 a.C. fino alla riforma di Diocleziano nel 284 d.C. che pone fine alla cooperazione tra l'imperatore il senato e l’esercito, dando inizio al dominato Romano. Il principato è composto di tre cicli storici intervallati da due crisi, una nel 69 d.C. e una nel 193. Sotto Augusto le monete d’argento erano effettivamente d’argento, con una percentuale vicina al 100%. Nel 62 d.C. la sconfitta nella battaglia di Rhandeia contro i Parti determina una prima crisi economica. Come abbiamo visto le guerre sono enormi investimenti e, in qualsiasi epoca, perderle significa perdere ingenti capitali. Dopo una ripresa all’inizio del secondo ciclo si ha di nuovo una crisi economica, innescata inizialmente da ingenti spese di ricostruzione dopo catastrofi naturali sotto l’imperatore Antonino Pio, poi per la ripresa dalla Peste Antonina, un’epidemia di morbillo o vaiolo portata probabilmente dai soldati di ritorno dalle guerre in medio oriente. Ma il crollo effettivo si ha sotto Commodo che, in un delirio di megalomania, faceva spese folli per organizzare mirabolanti spettacoli dei gladiatori, arrivando a svalutare la moneta come nessun’altro prima. Nel terzo ciclo la tendenza alla svalutazione era ormai inarrestabile e sotto Alessandro Severo le spese militari arrivano a dare il colpo di grazia all’economia del principato. La quantità di metallo prezioso poteva essere diluita svalutando la moneta, ma solo fino a un certo punto. Ovviamente non è possibile fare una moneta d’argento in assenza totale dell’argento.
4. La politica monetaria ai tempi del conio
Nonostante il problema dell’inflazione, l’innovazione del conio si diffonde piuttosto velocemente e si ritrova in medio oriente come in India e persino in Cina a partire dal 260 a.C. circa. Questo perché con l’avvento delle monete si controllavano molto meglio i flussi e il valore del denaro, anche se restava difficile produrre nuova ricchezza nel momento del bisogno. Lentamente inizia a diventare importante avere una politica monetaria per governare, ovvero calcolare quanta moneta mettere in circolazione, e quando. Nella pratica di solito accadeva che dopo una crisi economica venivano rivisti gli standard di pesi e misure, ovvero si svalutava la moneta e la si ritarava sui metalli disponibili, in modo da far ripartire un nuovo ciclo economico. Quando però l’economia diventava insostenibile, come con le spese militari del tardo impero romano, il gioco non funzionava più. Bisognerà aspettare diversi secoli prima che venga inventato il modo svincolare il valore economico dalla quantità di metallo disponibile. Cosa che vedremo nel prossimo post.
A proposito: i prossimi post usciranno ogni 2 lunedì perché sto preparando pubblicazioni scientifiche con questo materiale. Il primo paper è stato accettato a Clic-it 2024, dunque presenterò delle parti del mio lavoro a Pisa dal 4 al 6 dicembre. Ulteriori news nei prossimi post.