1. L’ultimo ciclo storico degli USA
Ho deciso all’ultimo secondo di cambiare il tema del post. Riprenderò il filo con l’evoluzione dell’economia tra due lunedì, ma oggi voglio condividere alcuni pensieri e alcuni dati sugli USA, perché domani la storia del mondo farà un passaggio importante. Nell’ultima settimana di ottobre le criptovalute hanno raggiunto dei record, segno che i mercati si aspettano una vittoria di Trump dopo l’idea di creare una riserva statale in bitcoin. Invece ora, a poche ore dal voto, la situazione è veramente incerta.
L’unica cosa certa è che siamo alla fine del ciclo storico degli USA iniziato alla fine degli anni ‘30 del XX secolo. Lo abbiamo già visto più volte, i cicli storici hanno 5 fasi che si ripetono sempre in maniera diversa:
la crescita. Una élite prevale sulle altre o le élite si accordano su una idea di società, in ogni caso viene diffusa una cultura nuova ed efficace che crea coesione sociale. Il new deal e l’ideologia capitalista hanno iniziato questa fase nell’ultimo ciclo storico degli USA, che si sono ripresi e hanno vinto la seconda guerra mondiale, facendo ripartire il ciclo storico di molti paesi occidentali.
L’impoverimento della popolazione. La popolazione continua a crescere di numero mentre l’economia rallenta e la ricchezza inizia a concentrarsi nelle mani delle élite. Il 1968 è stato lo spartiacque che ha iniziato questa fase negli USA.
La fase di sovrapproduzione d’élite. La popolazione cerca di arricchirsi e accedere ai ranghi delle élite, ma sovraccarica i meccanismi di ascensore sociale e riduce la competenza generale delle élite. Gli anni 90 e 2000 negli Stati Uniti sono stati di questo tipo.
Lo stress dello stato. La capacità dello Stato di governare la popolazione e di promuovere la cooperazione tra la popolazione e le élite comincia a diminuire, le élite diventano sempre più frammentate e gran parte della ricchezza viene meno mentre il debito aumenta. La crisi del 2008 è stata l’inizio di questa fase negli USA e in occidente in generale.
La crisi, collasso o ripresa. Una serie di eventi che lo stato non riesce a gestire portano ad un rovesciamento dello stato o a una riforma profonda. il decennio che stiamo vivendo, dal COVID alle guerre in corso fanno pensare che stiamo entrando in questa fase, se non ci siamo già dentro.
2. Quanti cicli dura una cultura?
Quindi, che vinca Harris o Trump, la cultura degli Stati Uniti sta per cambiare. Ho provato a interrogare i dati del Chronos dataset per capire quanto dura mediamente la cultura di una società nella stessa conformazione. La distribuzione è una power law, con moltissimi casi di società che durano un solo ciclo storico, alcune che ne durano due e pochissime che durano di più. Occorre definire bene cosa significa “cultura di una società nella stessa conformazione“. Prendiamo l’esempio di Roma. Nel dataset una società è definita dalla sua civiltà, ovvero il tipo di popolazione in cui ha origine la cultura (in questo caso civiltà italica), la sua cultura (romana appunto) e la sua conformazione sociale, che può avere i seguenti valori:
gruppi nomadi (nessun gruppo controlla permanentemente il territorio e le sue risorse),
comunità e villaggi (molti gruppi controllano permanentemente porzioni di territorio),
regno (un gruppo controlla permanentemente un intero territorio),
impero (un gruppo controlla altri gruppi in altri territori),
repubblica (uno o più gruppi definiscono le regole per condividere uno o più territori)
Ebbene teniamo l’esempio dei cicli storici di Roma e confrontiamo i cicli storici degli Stati Uniti, riportati entrambi nel grafico.
Il regno romano dura 2 cicli, la fase repubblicana 4, l’impero 3 e il dominato altri 2. Se vogliamo considerare il dominato parte dell’impero (anche se non tutti sono d’accordo) i cicli dell’impero sarebbero 5. Sebbene i bizantini si considerassero romani la loro cultura era appunto bizantina, quindi non li considero in questo computo.
Il punto è che gli USA stanno finendo adesso il loro terzo ciclo storico ed è molto probabile un cambiamento di conformazione. Un capitolo nuovo.
3. Quindi che succederà?
Ovviamente nessuno lo sa ma i modelli macrostorici sono abbastanza chiari: un avanzamento in ambito di tattiche di guerra, tecnologie di guerra o di controllo di infrastrutture fornisce un vantaggio competitivo tale da far concorrere una società per l’egemonia in un territorio o area di influenza. Questo vantaggio competitivo rafforza e fa evolvere l’economia della potenza egemone, che a sua volta fa evolvere i mezzi di gestione dell’informazione e questi aumentano la probabilità di diffondere a far evolvere pratiche culturali, ideologiche o religiose.
La Russia ha già avuto un avanzamento dal punto di vista delle tattiche di guerra ibrida e psicologica. Gli Stati Uniti possono quindi puntare sul controllo delle infrastrutture spaziali, ed è proprio quello che il duo Musk-Trump vuole.
Ok basta speculazioni. ora pop-corn e maratona televisiva. Ci risentiamo tra due settimane con la storia della nascita della cartamoneta in Cina.