All'origine di Oriente e Occidente
La dicotomia Oriente-Occidente nasce nel passaggio dal bestiame ai sistemi di produzione.
1. Le prime società a chilometro zero
Nei post precedenti abbiamo iniziato a ripercorrere l’evoluzione dell’economia, principalmente basandoci sui dati della diffusione di tre dimensioni universali delle società: economia, infrastrutture e fonti di energia. Ecco il grafico con in evidenza la finestra temporale che vedremo in questo post:
La linea tratteggiata (che indica la diffusione delle evoluzioni nelle infrastrutture) si alza per tutto il neolitico, fino all’inizio dell’età del rame nel vicino oriente, nel 7700 a.C. circa. Ciò significa che per più di 2000 anni le rotte commerciali di lunga distanza si intensificano e sempre più società iniziano a costruire edifici collettivi, come le società di Tel Qaramel e di Gobekli Tepe. Poi però succede qualcosa: la rivoluzione agricola pone nuove sfide, di cui ho accennato in un post precedente a proposito della società di Tell-Es-Sultan. Il punto è che dopo la rivoluzione agricola inizia a diventare conveniente produrre le cose in loco, e man mano che sempre più società diventano sedentarie, le rotte commerciali sulle lunghe distanze vengono meno. Un bel problema per l’economia, che necessita di uno scatto evolutivo.
2. Il bestiame come investimento
Il livello di evoluzione economica che si diffonde all’inizio del calcolitico sono le “fiere del bestiame”, il perno della cultura della Mezzaluna fertile. Queste fiere sono periodiche e risolvono il problema di procurarsi cibo per le società con un’agricoltura poco produttiva, dunque esposte ad un’alta volatilità, per dirla con termini di mercato. Dobbiamo tenere conto che il bestiame è di fatto un investimento: si deve produrre del foraggio per sfamarlo e si ottiene una riserva di carne per i probabili tempi duri. Dunque le fiere sono dei mercati, in cui si radunano diverse società limitrofe e si scambiano bestiame, foraggio e altri beni alimentari con beni non alimentari, come l’ossidiana o le pietre preziose. Non è chiaro se ci fossero anche transazioni monetarie (ad esempio con conchiglie che avessero un valore prestabilito), ma di certo la modalità di scambio universale era il baratto, che viene praticato in ogni epoca in contesti di scarsità di beni o di iperinflazione, ovvero quando diventa più conveniente della moneta. Man mano che le fiere si intensificano aumenta il numero delle rotte commerciali sulle brevi distanze, in cui le materie prime iniziano a circolare insieme agli animali vivi, così si diffonde un nuovo modo di concepire gli animali: da cibo a mezzo di produzione. Arbuckle dimostra molto dettagliatamente che gli ovini come pecore e capre, che per molti millenni fungono quasi esclusivamente da cibo, diventano in questo periodo uno dei più antichi mezzi di produzione per l’artigianato tessile. Come mostra il grafico però, dalle fiere ai primi sistemi di produzione di artigianato passano più di 2000 anni, il tempo che serve perché il livello di evoluzione economica si diffonda uniformemente in tutta l’area della Mezzaluna fertile.
3. Il primo brand della storia
Ma andiamo con ordine. Nel 2013 Khalaily e Valla hanno rilevato una rotta commerciale di ossidiana che andava dall'Anatolia centrale al sito di Eynan-Ain Mallaha in Israele, già nell’11000 a.C. circa. L’ossidiana è una pietra vulcanica nera simile a vetro, molto bella da vedere e estremamente efficace per tagliare la carne e le pelli. A differenza della selce e di altri tipi di pietra comune, l’ossidiana non si trova ovunque ed è quasi certamente uno dei primi beni preziosi nella storia. La rotta commerciale descritta da Khalaily e Valla poteva estendersi anche per 900 km, che venivano percorsi a piedi e molto probabilmente hanno creato la prima spina dorsale della mezzaluna fertile. Possiamo immaginare che allora come oggi il valore di un bene fosse definito dalla sua rarità, ovvero dalla quantità dell’offerta e dal potere d’acquisto della domanda, per cui i beni rari necessitavano ancora di rotte sulle lunghe distanze, anche quando la maggior parte delle società era ormai sedentaria. La cosa interessante è che a un certo punto la rarità di un bene passa dalla capacità estrattiva di una società a quella artigianale. A partire dal 7000 a. C. nella zona montuosa tra Iraq e Iran c’erano villaggi agricoli nei quali vengono prodotti vasi in terracotta decorati. Durante la fase nota come Mohammad Jaffar (dal 7000 a.C. al 6500 a.C.) nel villaggio di Ali Kosh, in Mesopotamia, si trovano sia vasi che statuette di terracotta prodotte in loco, insieme a turchesi e rame di importazione, probabilmente lungo una nuova rotta commerciale che dalla Turchia arrivava fino al sud dell’Iraq lungo i fiumi Tigri e Eufrate. Praticamente l’altra metà della mezzaluna fertile. A pensarci bene questo tipo di scambio ha dell’incredibile: della terracotta lavorata viene scambiata con pietre preziose. Il vasellame poteva avere ancora un misto di valore materiale e valore immateriale (materiale perché è molto più facilmente trasportabile dei contenitori di pietra e immateriale perché le decorazioni incise sui vasi sono un segno distintivo di culture diverse e funzionano praticamente come un logo). Invece il valore delle statuette di terracotta è del tutto immateriale, esattamente come il valore di un brand, ma permette a una società senza reali risorse in pietre preziose di inserirsi all’interno di una delle rotte commerciali più grandi del mondo dell’epoca. Questo è un esempio perfetto della trasformazione della competenza in valore. E non è tutto. La competenza nella lavorazione della terracotta è un fattore abilitante per l’invenzione delle tavolette d’argilla sulle quali, alcuni millenni dopo, apparirà la prima scrittura al mondo.
4. Credito alimentare in “Oriente”
In “Oriente” (all’epoca la Mesopotamia, ma poi Egitto, Cina e persino Perù) le società tendono ad essere più popolose e centralizzate che in occidente. In questo tipo di società appare un’economia peculiare: il credito alimentare in cambio di lavoro, come riportato da Svizzero e Tisdell. Per le persone è essenziale mangiare, per lo stato è essenziale avere dei lavoratori che non si ribellino. Il cibo diventa il salario, che in Egitto veniva dato come credito, erogato con banchetti collettivi o in quantità predefinite, in cambio di lavoro. Qui non si può però parlare di scambi perché il salario lo decide il sovrano senza alcuna contrattazione, fuori da un'economia di mercato. Questo crea delle disparità enormi tra l'élite e il popolo nelle prime grandi società del vicino oriente.
5. Distretti produttivi in “Occidente”
In Occidente (all’epoca la Turchia, in seguito Grecia e Europa) le società tendono a restare più distribuite, controllando ciascuna una porzione di territorio e risorse in maniera decentralizzata. Dopo il crollo delle città stato Güvercinkayası e Mersin/Yumuktepe, la Turchia si isola in qualche modo dalla Mesopotamia e, nel 4200 a.C. circa fa emergere un tipo di economia peculiare: gli investimenti sul bestiame diventano nel tempo distretti produttivi. Nella regione turca di Yozgat, in particolare attorno al sito di Çadır Hoyuk, si ha una specializzazione di diversi villaggi nella filiera della produzione e lavorazione della lana, creando un primordiale distretto dell’artigianato tessile e periodici mercati di bestiame in un fervido ecosistema economico basato sul baratto. Poi però, verso il 4000 a.C., la cultura di Shulaveri–Shomu in Georgia collassa ed è possibile che masse di rifugiati o migranti abbiano invaso la Turchia centrale, creando prima disordini e poi nuove società. Di fatto, entro il 3600 a.C. si attiva una rotta commerciale tra Çadır Hoyuk e la nuova cultura presente in Georgia, quella di Kura-Araxes. Siamo all’inizio dell’età del bronzo e si configurano quindi due modi di far girare l’economia: da una parte quello dei proto-stati della Mesopotamia, dove la produzione della ricchezza è centralizzata e controllata dall’alto, e quello dei villaggi occidentali, distribuita e più o meno regolata dalle leggi del mercato (e a volte dalla guerra).
Il prossimo lunedì vedremo cosa succede nell’età del bronzo, quando le tre dimensioni - infrastrutture, energia e economia - evolvono più o meno insieme e nel giro di un millennio cambiano completamente il mondo.