La storia con i dati: dalla stampa all'I.A.
Una maggiore diffusione delle tecnologie di comunicazione rispetto a quelle di gestione dell'informazione ha portato totalitarismi. cosa porterà l'I.A.?
1. Giornalismo e opinioni
Nei post precedenti abbiamo visto i quattro livelli evolutivi della gestione dell’informazione: l’oralità (che potrebbe aver supportato il matriarcato), i simbolismi (che hanno favorito l’aggregazione di clan in tribù), i testi (che hanno favorito l’emergere una una pluralità di élites) e la narrativa di finzione, che abbiamo visto nell’ultimo post.
Al quinto livello ci sono giornalismo, media e opinioni, rese possibili dalla massiva circolazione di supporti a basso costo, inizialmente la carta stampata, poi le tecnologie collegate all’etere, infine internet. La stampa a caratteri mobili era stata inventata in Cina nel 1041 d.C. dall’alchimista Bi Sheng, secoli prima di Gutenberg, e la prima gazzetta ufficiale, il Di Bao, circolava dal 713 d.C. durante la dinastia Tang. Eppure è solo nel 1695 che il Licensing Act dell’impero britannico permette la pubblicazione di materiale non sottoposto a censura, liberando le opinioni dei giornalisti. Il giornalismo conferisce un vantaggio competitivo alle società che lo lasciano libero di criticare il potere perché permette il dibattito pubblico tra popolazione e élite (il cui rapporto era precedentemente gestito esclusivamente dalle religioni). Ma la circolazione delle opinioni e la loro moderazione è altamente dipendente dai supporti mediatici su cui viaggia e se l’élite mette le mani sui media può controllare le opinioni della popolazione, con esiti nefasti. Guardate il grafico:
Le tecnologie della comunicazione, che fino a metà del XIX secolo avevano avuto una diffusione piuttosto lenta, hanno un’impennata improvvisa perché diventano utili a supportare la gestione dell’informazione, supportando la diffusione di dibattito pubblico e democrazia.
2. Quando la velocità è troppa
In Inghilterra, tra il 1842 e il 1848, il settimanale “The Northern Star” ebbe un ruolo importante nella diffusione delle opinioni a favore dei cartisti, il primo movimento sociale che ottenne una riforma del suffragio tramite proteste e petizioni. Tuttavia, tra il 1933 e il 1945, il controllo sulla radio e sul cinema ha permesso ai regimi come quello nazista di affermarsi e compiere stermini di massa.
Cosa è successo in mezzo?
La velocità con cui si è diffusa la tecnologia della comunicazione è stata tale da superare la capacità di diffusione della gestione dell’informazione. Insomma, la democrazia funziona finché la gestione dell’informazione è più efficace della comunicazione. In altre parole, se lasci comunicare la popolazione senza fornire schemi per farsi delle opinioni serie, ottieni quello che abbiamo oggi: il populismo.
3. Da Internet all’I.A.
Tra il 1990 e il 2011, internet sembrava proporre un modello decentrato alternativo ai mass media, in grado di far circolare opinioni liberamente e permettere l’organizzazione di petizioni e proteste. Eppure si è rivelato un boomerang per la molteplicità di forme di sorveglianza della popolazione attraverso i personal media, che hanno permesso sia di organizzare che di sedare le primavere arabe.
Il ruolo dei media e delle opinioni si è evoluto da vantaggio a problema per le democrazie, amplificato dall'enorme quantità di informazione generata dopo il 2000, con la diffusione globale di internet. Le società del XXI secolo hanno bisogno di trovare una soluzione e passare quanto prima a un nuovo livello per tornare a gestire l’informazione in maniera efficace. Da questo punto di vista l’Intelligenza Artificiale rappresenta un potenziale mezzo di evoluzione capace di sintetizzare moli enormi di informazioni, filtrarle e restituirle all’utente in modo personalizzato. Questo potrebbe far risalire la linea della gestione dell’informazione nel grafico. Ma nessuna tecnologia precedente è stata neutrale: i simboli hanno favorito le società più numerose, il pettegolezzo ha probabilmente avuto un ruolo nel successo del matriarcato, la diffusione di testi hanno avuto un ruolo nella formazione delle élites e la narrativa ha permesso la diffusione delle religioni su larghissima scala. L’Intelligenza Artificiale permette di avere degli agenti che entrano a far parte integrante delle nostre società, modellando le nostre culture. Io il futuro non lo prevedo e i modelli hanno un margine di errore anche rilevante, ma mi sento di dire che finché la gestione dell’informazione non tornerà ad essere più impattante della tecnologia di comunicazione, la democrazia resterà compromessa.
Cosa significa? Che più le opinioni falliscono nel creare un rapporto tra popolo e élite, più si potrebbe tornare a usare il vecchio metodo: la religione. Ecco perché voglio dedicare una serie di post all’analisi della traiettoria delle religioni nella storia, sempre con i dati, ovviamente. Però prima voglio soffermarmi ancora sull’informazione, perché ho dati che confermano che cultura e censura hanno un impatto enorme sull’Intelligenza Artificiale. Ne parlerò il 7 Aprile. Invece di religione inizierò a parlare il 21 Aprile, per Pasqua.