La storia con i dati: la Grande Narrazione dei politeismi
Con i politeismi le società diventano più grandi e con più istituzioni (ad esempio la legge). Questa complessità si diffonde tra le società in modo esponenziale.
1. Grazie
Desidero iniziare questo post con un grande grazie a quelli che erano presenti al mio talk al We Make Future, sintetizzato nel post precedente, e con un benvenuto ai nuovi iscritti.
Riprendiamo il filo dell’analisi dell’evoluzione delle religioni attraverso i dati storici. Un mese fa avevamo visto che le religioni della fertilità non sono la causa dell'incremento esponenziale della complessità delle società. I dati di diffusione dei livelli evolutivi delle religioni suggeriscono che il complexity boost è partito quando sono apparsi i politeismi, come si vede anche nel grafico:
2. Livelli evolutivi? Complexity boost?
Facciamo un passo indietro. Il metodo che sto usando è statistico, per cui mi rendo conto che potrebbe essere ostico a chi ha una formazione storica o umanistica. In realtà ho seguito 4 semplici passi:
ho scelto 18 punti di campionamento equamente distribuiti e ho raccolto dati su tutte le società note esistite in quei punti dal 12000 a.C. a oggi.
ho assegnato degli indici numerici ai livelli evolutivi di diverse caratteristiche non quantificabili delle società (ad esempio per le tecnologie 1=pietra, 2=rame, 3=bronzo, 4=ferro, 5=polvere da sparo, 6=nucleare; per le religioni 1=culti dei morti, 2=culti degli antenati, 3=religioni della fertilità, 4=politeismi, 5=monoteismi/filosofie, 6=ideologie; per la legge 0=legge informale, 1=scuole legali, 2=legge scritta, 3=stato di diritto, 4=diritti umani)
ho calcolato i punteggi delle caratteristiche numeriche delle società sintetizzandoli con la Principal Component Analysis (praticamente per la social complexity ho ottenuto un unico punteggio che sintetizza la stima di popolazione, territorio e abitanti nella capitale..)
per ottenere il grafico di diffusione dei livelli evolutivi ho semplicemente usato le medie dei diversi punteggi delle società campionate nel tempo. Più le curve vanno verso l’alto, maggiore è la velocità con cui i livelli evolutivi si diffondono tra le società, indicando il successo di un particolare livello e le potenziali correlazioni con gli altri.
3. Il successo dei politeismi
Ebbene i politeismi hanno una diffusione notevole tra il 3000 a.C. e il 2500 a.C., ma ancora più notevole è la contemporanea diffusione di società sempre più grandi e complesse: il social complexity boost. Perché questo successo? Una spiegazione potrebbe essere che i politeismi risolvono brillantemente il problema dell’inclusione di divinità da diverse culture utilizzando delle Grandi Narrazioni. Questo processo inizia in Egitto. Verso il 3100 a.C. quando Narmer (o Menes), il re Scorpione, unificò l'alto e il basso Egitto per la prima volta. Questa operazione è spesso raffigurata come il dio-falco Horus, che rappresenta il Basso Egitto, mentre conquista e sottomette il dio Set, identificato con l'Alto Egitto. Secondo L’egittologa Ann Rosalie David, ogni regione dell'Egitto aveva originariamente la propria divinità protettrice ma, man mano che le comunità venivano conquistate o assorbite a vicenda, il dio dell'area sconfitta veniva incorporato nella tradizione del vincitore. Diventa ben presto fondamentale diffondere storie e preghiere, che circolavano oralmente, per creare una narrazione condivisa dai diversi popoli unificati. Queste storie iniziano a coprire ogni aspetto della vita quotidiana e le divinità, che diventano personaggi con caratterizzazioni proprie, coprono aspetti specifici riconosciuti da tutti, spesso anche con sovrapposizioni e contraddizioni. Set diventa il dio dei deserti, del disordine, della violenza e degli stranieri. Horus diventa il dio della regalità, della protezione, del sole e del cielo. Il dio Sobek, originario della regione di al-Fayyum, viene associato al potere faraonico, al Nilo, alla fertilità e al valore militare. Thoth, il cui tempio principale era a Ermopoli (odierna El-Ashmuneyn), diventa la divinità della luna, della conoscenza, dell’arte, del giudizio e così via. Più volte tensioni sociali e guerre civili dividono l’Egitto, ma gli strappi vengono sempre ricuciti, anche grazie al politeismo.
4. Perché il politeismo permette il complexity boost?
Il successo del politeismo egiziano permette la diffusione di varianti locali anche nelle società vicine, le quali creano a loro volta una propria mitologia collettiva. Ciò avviene ad esempio in Mesopotamia con l’epopea di Gilgamesh, composta verso il 1900 a.C. e basata su storie probabilmente successe 1000 anni prima. Poi avviene in Turchia, con gli dei Ittiti, e in Grecia con gli dèi dell’Iliade, tradizionalmente datata al 750 a.C. e basata su eventi avvenuti intorno al 1180 a.C., alla fine dell’età del bronzo. La diffusione del politeismo fa partire anche la diffusione dei livelli evolutivi della giustizia, in particolare le scuole legate al culto di Maat in Egitto, mentre in Mesopotamia appaiono le prime leggi scritte.
Ma soprattutto il politeismo permette il complexity boost perché diventa la religione dei primi grandi imperi. Quando i Romani conquistano i Celti, le religioni di entrambi i popoli sono politeiste e non è difficile trovare delle trasposizioni tra gli dei. Solitamente, le religioni politeiste hanno tutte gli stessi tipi di divinità: divinità creatrici; divinità legate all’oltretomba; dee della fertilità; dee dell'amore; divinità del cielo spesso legate alle intemperie; divinità della caccia; divinità legate agli elementi naturali come il sole, la luna e le acque; divinità legate al culto di eroi di guerra; divinità politiche o della giustizia; divinità malvagie legate alla sfera delle malattie fisiche o mentali. Una cosa interessante del politeismo è la sua capacità di inglobare anche culti dei livelli precedenti. Spesso sono facilmente individuabili il dio padre-cielo e la dea madre-terra derivate dai culti della fertilità (ad esempio nel politeismo Ittita), gli eroi e i signori degli animali (come nei politeismi del medio oriente) o divinità legate al culto dell’antenato comune o al culto dei morti (ad esempio nella religione tradizionale cinese ai tempi della dinastia Zhou).
5. Eppure…
Ad un certo punto il meccanismo delle narrazioni crolla. La prima crepa inizia con il culto monolatrico di Aton, protettore del faraone, verso il 1350 a.C. durante il regno di Akhenaton. Le divinità della religione egizia continuano ad esistere, ma solo una deve essere venerata: Aton. Il perché di questa mossa, altamente osteggiata dal popolo, non è chiaro. Tuttavia non stupirebbe se Akhenaton avesse voluto convogliare tutte le offerte religiose ad un solo tempio per indebolire avversari politici affiliati ad altre divinità.
I problemi seri per il politeismo iniziano con l’emergere delle religioni enoteiste, che accettano il culto di molte divinità ma considerano la propria come superiore a tutte le altre. Per il filologo Max Müller la prima è il Vedismo. La religione vedica storica si diffonde nel nord dell’India tra il 1200 e l’800 a.C. e si caratterizza per la sua distinzione tra puro e impuro e per i suoi riti purificatori. Sono tempi di grande sconvolgimento: le popolazioni guerriere nomadi delle steppe centro-asiatiche conquistano le vaste pianure dell’India ai piedi dell’Himalaya e la convivenza con le popolazioni autoctone avviene molto probabilmente in un regime di segregazione. Il sistema delle caste nasce proprio in questo periodo. Intanto, verso il 1000 a.C., gli Israeliti tornano in Galilea dopo la lunga schiavitù in Egitto e re David sconfigge i Gebusiti, occupando Gerusalemme. Il culto dei popoli che vivevano in quella regione, inclusi gli Israeliti, era l’antica religione cananea, un politeismo che prevedeva diverse divinità, tra cui Yahweh, Baal e molti altri. Sappiamo che re Salomone, il cui regno si chiude nel 931 a.C., ha dedicato un tempio a Yahweh e con il tempo emerge una monolatrìa: pur restando politeisti, gli Israeliti iniziano ad adorare solo Yahweh. Inizia l’intolleranza religiosa: il regno di Israele si divide nei due regni di Giudea e Samaria. La regina Atalia di Giudea, che era seguace del culto di Baal come i Fenici, nell’837 a.C. viene destituita e uccisa. Il successivo re, Ioas, promosse fortemente il culto di Yahweh e inaugurò la pratica di usare le offerte dei fedeli per le riparazioni del tempio, di fatto convogliando la raccolta di tasse e di offerte su un unico dio. Infine, a partire dal 600 a.C., in Iran inizia a diffondersi lo Zoroastrismo, che nella fase iniziale impone il suo dualismo etico, con il concetto di libero arbitrio nella scelta tra il bene e il male. O con noi o contro di noi.
Il complexity boost però non si ferma, anzi. Dal grafico si vede che inizia ad andare di pari passo con l’evoluzione del successivo livello religioso: quello dei monoteismi e delle filosofie, che vedremo nel prossimo post.